Covid-19 e neve: dove si potrà sciare quest’anno?

L’emergenza sanitaria da Covid-19 sta condizionando pesantemente anche questo inizio di stagione invernale con impianti e stazioni sciistiche che rischiano di rimanere chiuse fino a Natale. Almeno in Italia. All’estero aprono Svizzera, Austria, Germania e Slovenia.

Gli appassionati della neve stanno fremendo per tornare a sciare. I proprietari di impianti di risalita e stazioni sciistiche restano in attesa per sapere se aprire o meno. Alberghi e ristoranti chiedono a gran voce di salvare il turismo di montagna. C’è poco da fare, però. Dopo le vacanze al mare in questo 2020 così nefasto l’emergenza sanitaria da Covid-19 sta condizionando pesantemente anche la stagione turistica invernale. “Possiamo andare a sciare?” È questa la domanda che si fanno tutti, amanti delo sci e dello snowboard, ma per ora la questione è proprio un bel rebus. La voglia di fare sport, divertirsi e respirare quella atmosfera rigenerante che si vive sulle montagne deve fare i conti con il pericolo di nuovi contagi, gli assembramenti e il distanziamento sociale.

La verità è che per il momento le vacanze sulla neve, almeno in Italia, rimangono un punto interrogativo per migliaia di appassionati. Sulla questione il governo si deve ancora esprimere in via ufficiale, ma le premesse sono chiare: non possiamo concederci vacanze indiscriminate sulla neve con il rischio di diffusione di nuovi contagi, bisogna tenere duro almeno fino a dopo Natale. Il ministero della Salute ha sottolineato a riguardo che lo scorso gennaio, nella prima fase dell'epidemia, ci sono state molte persone che hanno contratto il virus proprio durante la breve vacanza sulla neve. Gli impianti sciistici in Italia quindi dovrebbero rimanere chiusi secondo il provvedimento che il governo sta per varare. In ballo non c’è solo la voglia di sport, ma anche il peso economico del turismo in montagna che a fronte della chiusura rischia di bruciare 8,5 miliardi di fatturato.

Lo sci non è un rischio, ma gli assembramenti sì

Ma quanto veramente lo sci è un’attività rischiosa in tempi di Covid-19? In realtà non è un rischio sciare di per sé, in pista o lungo i percorsi del fondo, in quanto è un’attività svolta all’aperto, individualmente. È pericoloso invece tutto ciò che ruota attorno allo sci: il noleggio dell’attrezzatura, la sosta nei rifugi, la fila per gli impianti di risalita, il sistema dello skipass. I virus respiratori sfruttano queste situazioni per trasmettersi tra individui che, in relax, chiacchierano, tendono a parlare a voce alta, hanno la respirazione accelerata dopo lo sforzo fisico e non sempre indossano la mascherina, se per esempio consumano cibi e bevande.

Le Regioni italiane coinvolte nel turismo in montagna (Friuli, Veneto, Trentino, Alto Adige, Piemonte, Valle d’Aosta) hanno studiato delle linee guida di sicurezza da imporre ai turisti, tra cui acquisto di skipass solo online, abbattimento del numero di villeggianti ammessi nei comprensori sciistici dove sarà introdotto il numero chiuso, file ai piedi delle seggiovie regolamentate da transenne, cabinovie a metà capienza, ma per ora prevale lo stop a tutto. Di sciare se ne riparla a gennaio. Almeno in Italia. E all’estero?

C’è chi programma fughe in Svizzera, Austria e Germania

La Svizzera tiene le sue stazioni sciistiche sempre aperte e non intende chiuderle proprio nel picco della stagione. Già a fine ottobre circolavano foto delle piste di Verbier affollate di sciatori. Quindi St. Moritz, Engadina, Zermatt, tutto aperto anche se i responsabili delle stazioni sciistiche devono applicare rigorose misure di sicurezza tra cui la distanza di 1,5 metri, l'obbligo di mascherina sugli impianti e l'igienizzazione accurata di funivie e altre strutture per la risalita. Più cauta l’Austria, la cui popolare località sciistica di Ischgl fu teatro del primo grande focolaio europeo di Covid, che punta a uno screening di massa per far ripartire lo sci alla fine del lockdown totale, in programma il 5 dicembre. Sulla riapertura degli impianti sciistici, tuttavia, il governo di Vienna resta ancora molto cauto, anche se il settore turistico sogna una ripresa entro Natale. Sembrerebbe solo rimandata a dicembre invece la stagione in Germania, dove di solito si apre a metà novembre. A Feldberg, nella Foresta nera, dove c'è il più grande resort sciistico della Germania, sono già pronte misure contro il virus che prevedono, in caso di necessità, accessi limitati alle piste e obbligo di mascherina.

Mai stati a sciare in Slovenia? A dicembre apre tutto

In Francia ci sono ancora molte incertezze sull'evoluzione della situazione sanitaria e il governo, proprio come in Italia, non ha ancora deciso ma la tutela della salute è il criterio essenziale, anche se a Monginevro hanno dichiarato di essere pronti a partire con i manutentori che vanno su e giù lungo gli impianti di risalita per gli ultimi collaudi, alle casse sono già stati sistemati i plexiglas, gli adesivi per il distanziamento, i cartelloni, i flaconi di gel e si stanno aspettando le nuove macchinette fai da te che dovrebbero contribuire a disperdere le code per acquistare gli skipass. Con i big europei dello sci ancora incerti sul da farsi o pronti a richiudere al primo segnale di pericolo, quest'anno potrebbe guadagnare punti e turisti la Slovenia che conta di riaprire i suoi impianti i primi di dicembre, se sarà confermata la fine del lockdown a fine novembre. Anche qui le località sciistiche hanno adottato delle precauzioni anti-coronavirus. Nella popolare Kranjska Gora si sta pensando di dimezzare la quantità di passeggeri sugli impianti di risalita ma aumentarne la velocità, così da evitare code e assembramenti.

Insomma un inizio di stagione difficile per sciatori e snowboarder che vedono sfumare in questo periodo prenatalizio le proprie ambizioni di vacanze bianche. Si tratta di avere un po’ di pazienza, la situazione si chiarirà sempre di più con il passare delle settimane e poi c’è il vaccino in arrivo che probabilmente spazzerà via tutto questo caos e ristabilirà ordine, salute e libertà, anche sulle piste innevate.

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